Il golfo di Marsiglia Fra il 1878 e il 1879, Cézanne si stabilisce all’Estaque, piccolo porto vicino a Marsiglia. Lui, che pure ha così grande familiarità con la Provenza, ha tuttavia appena scoperto la luce del Sud: la sua violenza, i suoi contrasti. “Il sole qui è così spaventoso che mi sembra che gli oggetti si allunghino in sagome non solo bianche e nere, ma azzurre, rosse, marroni, viola”, scrive all’amico Pissarro il 2 luglio 1876. All’Estaque, Cézanne, appassionatosi alla geometria, si diletta con piccole case a forma di parallelepipedo e con comignoli verticali. Comignoli e pali che egli si guarda bene dall’eliminare, come avrebbero fatto altri pittori più accademici. La bellezza dei paesaggi lo interessa meno della loro verità. “L'artista deve temere lo spirito da letterato che porta così spesso il pittore ad allontanarsi dalla sua vera strada: lo studio concreto della natura”. Per raggiungere il suo obiettivo, egli assegna un’importanza sempre più grande al colore: “Quando il colore è al suo massimo splendore, la forma è alla sua massima pienezza”, dichiara. La tavolozza dell’artista è qui ricca di contrasti. Il quadro, diviso in quattro piani, alterna dal basso verso l’alto il verde e l’ocra della vegetazione e delle strade, l’azzurro del mare, il grigio-ocra della montagna e poi di nuovo l’azzurro del cielo. Anche la pennellata cambia a seconda dei piani: impasto spesso e larghi tocchi per la vegetazione, impasto liscio per il mare e il cielo. Cézanne volta le spalle al XIX secolo, la sua pennellata annuncia l’arte della nostra epoca.